"Vorrei, ma ho paura che vada male" : come assumersi dei "rischi intelligenti"
Oggi vorrei parlarvi di come assumersi dei rischi intelligenti. Intelligenti in che senso?!
Questo post ce l'ho in testa da molto tempo, almeno da quando ho letto il libro Startup Of You di Reid Hoffman (fondatore di LinkedIn) e Ben Casnocha. Per i duri di comprendorio inglese qui c'è la versione in Italiano.
Nel libro gli autori spiegano cosa si può fare per conferire alla propria vita e alla propria carriera un atteggiamento "da startup": ci sono una lunga serie di consigli, discussioni, esempi, e insomma è uno dei libri che ho letto con più piacere.
I rischi intelligenti
Siamo abituati a pensare ai rischi come qualcosa di negativo: perdite di denaro sui mercati azionari, o guida di una moto senza casco. Ma il rischio non è un nemico; è qualcosa che fa intrinsecamente parte della nostra vita.
Le situazioni rischiose, comunque, sono quelle in cui la possibilità che le cose vadano male è decisamente più alto del vantaggio che si ottiene se le cose vanno bene.
Ad esempio, volare in aereo non è rischioso, perché anche se lo scenario peggiore è *molto *doloroso la possibilità che questo accada è bassissima. Invece, il tempo di viaggio risparmiato è un dato di fatto.
Alcuni imprenditori sono dei cowboy del rischio; tuttavia, ciò che distingue un imprenditore giudizioso da un semplice spavaldo non è l'alta tolleranza al rischio, ma l'abilità di saperlo valutare e gestire correttamente.
Il rischio, in un contesto come quello del lavoro, è correlato alle scelte che facciamo, e alla possibilità che qualcosa vada storto. Ad esempio, quando cambiamo lavoro, ci assumiamo il rischio che il nuovo possa essere anche peggiore del vecchio, e invochiamo tutte le divinità affinché non sia così!
Ma non solo tutto ciò che facciamo comporta rischi; anche ciò che NON facciamo è altamente rischioso. Questo vale specialmente quando il mondo intorno a noi sta cambiando e richiede un nostro adattamento.
Valutare i rischi
Valutare i rischi è difficile, ma non impossibile. Gli imprenditori lo fanno tutti i giorni. Tuttavia, essi non usano analisi matematiche o economiche (degne di Wall Street!) per prendere decisioni; sinceramente, non dovremmo farlo neanche noi.
Ecco alcuni princìpi guida:
1. stiamo esagerando nella valutazione?
Il primo passo nella valutazione di un rischio è ricordarsi che il caso peggiore probabilmente non è così brutto, o così probabile, come sembra.
2. Il caso peggiore è tollerabile?
Se accade il caso peggiore cosa succede alla nostra vita? La reputazione scenderà a livelli sotto zero, perderemo tutti i soldi, la carriera sarà definitivamente finita?
Se nel caso peggiore accade che perdiamo un po' di soldi, o veniamo licenziati (posto che riusciamo a trovare un altro lavoro subito), o rischi semplicemente di sentirti inadeguato, dovresti comunque provarci. Almeno finché hai un solido Piano Z.
3. Puoi cambiare la decisione a metà dell'opera? Puoi passare al piano B?
Quando vediamo che le cose si stanno mettendo male, possiamo fare delle scelte che ti permettono di tornare indietro e ricominciare?
4. Non confondiamo l'incertezza con il rischio
Nessuno può sapere come andrà prima del tempo. Ma questo non significa che l'incertezza sia un rischio! Le opportunità migliori sono quelle con i più grandi punti interrogativi.
5. Considera la tua età e a che fase della tua vita ti trovi. Quali saranno i rischi tra un paio d'anni?
Fallire da ragazzi è considerato formativo; è per questo che sono i ventenni a fondare le aziende più strampalate.
Man mano che invecchi, la tua percezione del rischio cambia. Arrivano i bambini, la casa, l'auto, etc.
Meglio fare qualcosa di rischioso prima che sia troppo tardi ;)
Facciamo un rapido test...
Prendetevi 30 secondi per ogni punto sottostante. Provate a immaginare i pro e i contro delle seguenti situazioni. Considerati i cinque punti espressi precedentemente, come cambierebbe la tua vita se:
- trovi un lavoro fantastico e strapagato ma è negli USA
- la tua azienda smette di pagare gli stipendi
- inizi a dirigere un team
Questo semplice esercizio mentale magari vi farà riflettere su come percepite il rischio; nel mio caso mi ha aiutato a fare scelte più consapevoli nel mondo del lavoro.
In bocca al rischio ;)