Michele Nasti

Thoughts on what I learn

Uscire dalla Comfort Zone per ottenere più successo

Sto leggendo un libro interessantissimo su come costruire un Personal Brand, di Frédéric Harper (visitate il suo sito outofcomfortzone.net).

L'idea principale del libro, che l'autore ha ripetuto un milione di volte e sono appena al capitolo 6, è che chiunque può costruirsi un Personal Brand, ossia fare un marchio con se stesso. In realtà il marchio già ce l'abbiamo, basta chiedere ai nostri colleghi/amici per scoprire che un'idea su di noi già c'è. Quindi il libro è principalmente su come portare questo nostro "brand" al next level, per raggiungere gli ambiziosi risultati che ci proponiamo: avanzamento di carriera, più soldi, il lavoro dei sogni, etc.

Non mi soffermerò troppo sul libro, perché scriverò altri articoli a riguardo, oggi parlerò della Comfort Zone: sapete cos'è? E' quella "sfera" di atteggiamenti, comportamenti, e situazioni che ci fanno sentire a nostro agio. Ad esempio, se per lavoro ho sempre fatto il programmatore, mi sentirei a mio agio a diventare uno speaker per le conferenze? O team leader? O Project Manager? Ecco, sono sicuro che se ve lo proponessero su due piedi, la risposta di molti è tra il "no" e il "ci devo pensare".

Il brutto è che finché siamo incatenati nella nostra comfort zone, ci sentiamo ovviamente rassicurati dal fatto che faremo cose che già sappiamo fare, e pensiamo che per uscire da questa sfera bisogna essere dei super esperti nell'ambito di destinazione.

Sorpresa: non serve essere dei super esperti. E' difficile trovare superstar di livello galattico, quindi esistono persone disposte a concedervi un giro fuori dalla vostra comfort zone, a patto che voi vogliate mettercela tutta. Loro vi danno fiducia (sanno benissimo che è una cosa che non avete mai fatto!), voi non dovete cercare alibi: dovete imparare in fretta, e molto spesso è così che accade, anche senza che ci sia io a consigliarvelo.

Quando nella mia azienda si è aperta la possibilità di occupare il ruolo di Scrum Master, mi ci sono buttato a capofitto. Non tanto perchè lo sapessi fare (lo avevamo appena adottato!) ma l'idea di fare qualcosa di nuovo mi eccitava terribilmente. Non è stato un percorso facile, in due anni ne ho combinate di cotte e di crude, però è qualcosa che ora ho nel mio bagaglio di esperienze e se dovesse capitare un'altra occasione, non mi sentirei a disagio. E' questo che chiedo anche a voi! Appena c'è un'occasione che vi piace, proponetela al vostro manager, vedete che ne pensa di affidare quel compito proprio a VOI.

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le cose fighe accadono proprio lì, fuori dalla nostra comfort zone. Se facciamo sempre le solite cose, verremo pagati sempre allo stesso modo. Se vogliamo spezzare questa catena, conviene buttarsi a capofitto!

Che peccato averlo capito solo ora.